L’Autorità Garante per le Comunicazioni multa le compagnie telefoniche: “Vietate le bollette a 28 giorni”
Ma la sanzione è bassa: massimo 2,5 milioni. bollette telefoniche 28 giorni
Consumatori soddisfatti: “ora una legge”.
In un anno ci sono 12 mesi. Per tutti, ma non per gli operatori telefonici di rete fissa e mobile, che da un anno e mezzo hanno «inventato» un tredicesimo mese, trasformando le normali bollette a cadenza mensile in bollette a quattro settimane. Un’operazione che si è tradotta in un aumento di quasi il 9% delle tariffe a carico della clientela, e che ieri l’AGCOM, l’Autorità per le comunicazioni, ha deciso di sanzionare. Con effetti, purtroppo per i cittadini, per ora poco più che simbolici. bollette telefoniche 28 giorni
Come contestare le bollette errate.
Nell’attesa di un possibile intervento nella prossima legge di bilancio (nel mondo politico se ne parla con sempre maggiore insistenza per arrivare al divieto tout court) l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) interviene sulla «vexata quaestio» della tariffazione a 28 giorni. bollette telefoniche 28 giorni
La sanzione, però, è solo un buffetto. Primo, perché riguarda soltanto gli operatori delle reti telefoniche fisse Tim, Wind Tre, Vodafone e Fastweb: per gli operatori delle reti telefoniche mobili –ormai passati tutti alle tariffe su 28 giorni– non cambierà nulla. Secondo, la multa sarà di 2,5 milioni di euro, e anche se venisse pagata (ci sono e ci saranno ricorsi) peserà dunque ben poco rispetto agli incassi miliardari generati dall’invenzione del tredicesimo mese. Del resto, come spesso è stato denunciato, i poteri sanzionatori e dissuasivi delle Autorità che tutelano la concorrenza e i consumatori sono molto modesti. Insomma, senza un provvedimento di legge si può stare certi che il mese «rubato» al calendario e alle tasche dei consumatori continuerà ad esistere e a diffondersi. bollette telefoniche 28 giorni
Sulla questione, a gettare benzina sul fuoco è stata la decisione estiva di Sky di introdurre il pagamento della quota di abbonamento mensile ogni 28 giorni. In questo modo le mensilità pagate finiranno per essere 13 e non più 12, con un aumento dell’8,6% annuo che la media company di casa Murdoch ha segnalato –in realtà con trasparenza ai propri abbonati– con una comunicazione nella quale si faceva presente anche il diritto a esercitare il recesso gratuitamente entro il 30 settembre. bollette telefoniche 28 giorni
Va detto comunque che la situazione di Sky è differente rispetto a quella delle compagnie telefoniche che erano partite con la fatturazione a 28 giorni già dal 2015. L’Antitrust nel frattempo è anche intervenuta con sanzioni per tre dei quattro principali operatori mobili italiani. Sul tema un punto fermo ha poi cercato di metterlo Agcom con la delibera 121/17 Cons.
Risultato, come detto: fatturazione mensile sui contratti di telefonia fissa e possibile a 28 giorni solo per la telefonia mobile (anche per le formule ibride vale il mese).
Gli operatori avevano 90 giorni per adeguarsi al provvedimento: di conseguenza dal 24 giugno della tariffazione a 28 giorni non se ne sarebbe dovuta avere più traccia.
Non è andata così e le compagnie, per motivare questa presa di posizione, fanno riferimento ai loro ricorsi al Tar, cui tutte si sono rivolte impugnando la delibera AGCOM. La decisione è attesa per febbraio. Nel frattempo le offerte non sono state ritirate. Da qui è intervenuto prima il monitoraggio e, ora, l’intervento di AGCOM che intende sanzionare gli operatori. bollette telefoniche 28 giorni
Le motivazioni addotte da AGCOM per la sanzione risiedono nei principi di trasparenza e confrontabilità dei prezzi, che devono essere garantite ai consumatori: «Al fine di garantire massima trasparenza e confrontabilità dei prezzi vigenti, nonché il controllo dei consumi e della spesa garantendo un’unità standard (mese) del periodo di riferimento delle rate sottostanti a contratti in abbonamento per adesione», dice una nota dell’AGCOM, che con una delibera del marzo scorso aveva stabilito «che per la telefonia fissa e per le offerte convergenti l’unità temporale per la cadenza delle fatturazioni e del rinnovo delle offerte dovesse avere come base il mese o suoi multipli». Al termine delle verifiche effettuate da AGCOM, però, «è risultato che gli operatori menzionati non hanno ottemperato alla delibera dell’Autorità».
Le società telefoniche non hanno nascosto il loro disappunto per la decisione. A suo tempo le aziende avevano presentato un ricorso al TAR contro l’ordine che l’Autorità ha inviato loro con la delibera di marzo, sostenendo che i clienti vengono informati della nuova modalità di fatturazione. Ancora, gli operatori dicono che con la bolletta mensile si limita la libertà d’impresa, e che volendo i consumatori possono non accettare l’aumento e passare a un altro operatore. Peccato che nel giro di pochi mesi tutti, ma proprio tutti, gli operatori (ultimo Fastweb, che dice che a quel punto non poteva non imitare gli altri) abbiano adottato la (per loro) redditizia fatturazione ogni quattro settimane. Mercato libero, ma a senso unico.
Sul fronte opposto festeggiano le associazioni dei consumatori, che chiedono drastici interventi per ripristinare l’anno di dodici mesi. Dalla politica, sia i Cinque Stelle che il PD con Alessia Morani si dicono pronti a varare una legge per risolvere il problema definitivamente.