Garante dell’infanzia e dell’adolescenza propone la mediazione nelle scuole

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Garante dell'infanzia e dell'adolescenza propone la mediazione nelle scuole aga News

“Affrontare l’emergenza educativa e introdurre la mediazione come materia scolastica obbligatoria”.

È una delle proposte avanzate questa mattina da Filomena Albano, garante nazionale per l’infanzia e l’adolescenza, in occasione della presentazione della Relazione 2017 al Parlamento. “Numerosi segnali – ha spiegato – denunciano l’emergere di una serie di criticità nell’esercizio del ruolo educativo dei genitori”.

Di fronte ad “adolescenti sempre più soli, bambini che chiedono di essere ascoltati e di giocare, utilizzo non consapevole dei social media, adulti sempre più distratti o assenti” che “rappresentano indizi di una vera e propria emergenza educativa”, secondo Albano “è necessario avviare un percorso che valorizzi l’ascolto, la partecipazione e la costruzione dell’autonomia dei ragazzi”.

“Riteniamo che la mediazione sia veramente l’arte per gestire la conflittualità, per sviluppare la cultura del rispetto nei confronti dell’altro, per eliminare alla radice ogni forma di aggressività”.

“Per combattere e prevenire il bullismo e il cyberbullismo – ha proseguito – ho proposto che venga introdotta la mediazione come materia scolastica obbligatoria. L’ora di mediazione e di ascolto nelle scuole come strumento per impedire in radice ogni forma di violenza”. Un’altra proposta è quella di “attivare una regia contro le povertà minorili che crescono”.

“Le statistiche – ha rilevato – ci dicono che in questi anni la povertà è cresciuta soprattutto nelle famiglie con bambini e aumenta nelle famiglie con tre o più figli minorenni”.

Secondo gli ultimi dati disponibili dell’Istat, la povertà assoluta è passata in un anno dal 18,3% al 26,8% proprio tra queste famiglie, coinvolgendo quasi 138mila famiglie e più di 814mila persone.

Essa aumenta anche tra i minori, passando da 10,9% a 12,5%: “si tratta di un milione e 292mila under 18, un numero enorme”, ha rilevato la Garante.

E se “la povertà economica si riflette sulle povertà educative”, l’Autorità ritiene necessaria “una regia unitaria delle misure pubbliche e private, nazionali e locali, accompagnata da una capillare rete di servizi territoriali, allo stato carente”.