Relazione sull’amministrazione della giustizia
I risultati del ricorso alla mediazione nell’anno 2017 (mediazione anno 2017)
“Impatto leggermente decrescente rispetto al periodo precedente nel periodo luglio 2016-giugno 2017 ha avuto l’istituto della mediazione. Come noto si tratta di un istituto conciliativo la cui obbligatorietà è circoscritta solo ad alcune tipologie di controversie, articolato su molteplici organismi conciliativi. Ferma restando la complessità della ricostruzione del quadro generale, può rilevarsi che le stime e le proiezioni compiute dagli uffici statistici del Ministero della Giustizia consentono di affermare che a livello nazionale nel periodo 1° aprile 2016-30 giugno 2017 sono stati attivati mediamente circa 68.000 procedimenti di mediazione a trimestre, con una diminuzione percentuale complessiva dell’8% rispetto al 1° aprile 2015-30 giugno 2016. Anche quest’anno, comunque, è significativo che nel periodo suddetto siano stati promossi circa 340.000 procedimenti di mediazione, il che comporta un sicuro effetto di deflazione del contenzioso civile giudiziario. Sicuramente positivo è, invece, il bilancio ove si consideri che, sempre avendo a riferimento i dati forniti dal Ministero, la durata media delle procedure concluse con il raggiungimento dell’accordo, è stata di 115 e 123 giorni rispettivamente nell’intero anno 2016 e nel primo semestre del 2017; ben più celere, quindi, della durata media del solo giudizio di primo grado dinanzi al tribunale, nel 2016 fissato in 882 giorni” (pag.23).
“Quanto agli strumenti di velocizzazione del percorso che porta alla decisione introdotti dal legislatore, dalle relazioni inviate dai dirigenti delle Corti di appello risulta che: … – la mediazione, obbligatoria e facoltativa, nonché la negoziazione assistita hanno mostrato di avere finora un modesto effetto deflattivo, concentrato soprattutto nelle controversie in materia di diritti reali e di condominio e anche nel contenzioso della famiglia. Un maggiore successo degli strumenti alternativi di risoluzione delle controversie si riscontra nelle realtà economicamente più avanzate, dove la velocità di definizione della controversia è essenziale per la vita delle imprese ed in cui anche all’interno della classe forense è diffusa la cultura delle ADR” (pag.34).
Si legge altresì in detta relazione (pag.24):
Il rapporto 2018 Doing Business Italia, elaborato da un complesso di istituzioni economiche sovranazionali raggruppate nel World Bank Group, avendo a riferimento i parametri del settore tempi e costi delle controversie (dati al 1° giugno 2017) colloca il nostro Paese al n. 108 nella graduatoria dei 190 Paesi presi in considerazione, nella stessa posizione prevista nel rapporto 2018 (ma con un peggioramento rispetto al 2016 quando era collocato al posto n. 106). In questa graduatoria molti Stati vicini all’Italia per assetti economici e sociali (quasi tutti membri della Unione europea) sono collocati in posizione migliore (Germania n. 22, Francia 18, Spagna 26, Svizzera 45, Belgio 52)
Maggiore considerazione questa indagine offre, invece, alla qualità del servizio giudiziario italiano. Essa tiene conto di quattro sottoparametri (struttura degli uffici giudiziari e delle procedure adottate, modalità di esame della controversia, grado di automazione degli uffici giudiziari, possibilità di modalità di risoluzione della controversia alternative a quelle giudiziali) che, in una scala da 0 a 18, assegna all’Italia il punteggio 13 (Germania, Francia e Spagna 11, Svizzera 10.5, Belgio 8), superiore al punteggio di 11, che costituisce la media dei Paesi OECD più sviluppati.
Tali giudizi sul grado di efficienza della giustizia civile sono strumentali alla verifica dell’idoneità del sistema economico italiano a favorire lo sviluppo dell’iniziativa economica privata. “La conclusione del contenzioso di carattere economico”, afferma il rapporto, “costituisce per l’imprenditore un aspetto importante, dato che i tribunali interpretano le leggi che regolano il mercato e proteggono i diritti dell’economia. Tribunali efficienti e trasparenti incoraggiano nuovi rapporti di affari, atteso che le imprese sanno che possono rivolgersi a loro se un consumatore omette di pagare il suo debito. La rapidità dei giudizi è essenziale per le piccole imprese, che potrebbero mancare delle necessarie di risorse nell’attesa dell’esito di una lunga controversia dinanzi ad un tribunale”.
Al riguardo, inaugurando l’anno giudiziario presso il Consiglio Nazionale Forense, il Ministro della Giustizia ha dichiarato:
L’innovazione normativa nel settore civile è stata diretta al recupero della competitività attraverso diversi interventi: la deflazione del flusso in entrata della domanda di giustizia, incoraggiando il ricorso a forme di risoluzione alternativa delle controversie, ed al contempo l’accelerazione delle procedure mediante l’obbligatorietà del processo civile telematico nei giudizi di primo e secondo grado; la semplificazione e velocizzazione delle procedure esecutive e, allo stesso tempo, l’incentivazione della competitività nella fase del recupero dei crediti; la razionalizzazione e semplificazione delle procedure giudiziali correlate a stati di crisi nelle imprese.
Su tale ultima materia, in particolare, è da ultimo intervenuta la legge di delega n. 155 del 2017, con la quale si avvia la riforma delle discipline della crisi d’impresa e dell’insolvenza, in corso di predisposizione.
I risultati raggiunti nella giustizia civile, con il conforto delle statistiche a consuntivo, dimostrano la bontà e l’efficacia delle misure adottate.
Penso alla drastica riduzione delle pendenze (circa un milione e mezzo in meno rispetto al dato del 2013) e alla tangibile riduzione della durata media dei procedimenti, al 30 giugno 2017 pari, secondo il metodo Cepej, a 360 giorni, e a 981 giorni considerando il contenzioso civile ordinario.
Strumenti e miglioramenti apprezzati dagli osservatori internazionali: dal 2013 ad oggi hanno consentito il recupero di 52 posizioni guadagnate dall’Italia nelle classifiche del Doing Business della Banca Mondiale.
… insomma, prima eravamo posto n.160, oggi siamo al posto n.108 (su 190, però)!